Perché 1.Outside

1995-2015. Sono passati vent’anni dall’uscita di questo album, prodotto di una riunione artistica tra David Bowie e Brian Eno (i loro rapporti si erano riallacciati in occasione del matrimonio di David e Iman, celebrato nel 1992).
David Bowie è un personaggio sul quale sono stati scritti fiumi di parole e non serve qui aggiungerne altre. Stiamo parlando di uno che in una intervista si auto definì “un dio del rock”; un narciso, un megalomane? secondo altri un camaleonte, un genio musicale e non solo, un visionario.. Cos’altro? Uno sperimentatore, uno che ha sempre cambiato, che ha guardato oltre; che è piaciuto e no; che ha i suoi fans sfegatati e quelli che lo hanno abbandonato, il tutto in oltre quarant’anni di attività. Uno che ha detto “si può essere eroi.. per un giorno”, e anche “il futuro appartiene a chi lo sente arrivare”. E anche di futuro si parlava in “1.OUTSIDE”, ma di un futuro oscuro; di una società distopica dell’anno 1999, decadente e corrotta in cui l'omicidio e la mutilazione di corpi umani sono l'ultima tendenza di una forma d'arte degenerata.
In questo futuro, il detective Nathan Adler si aggira tra i bassifondi neogotici di una grande città e indaga su una serie di omicidi rituali a sfondo artistico. Le indagini di Adler (che si definisce un hacker di computer), lo portano sulle tracce di Ramona A. Stone, una quarantenne sedicente artista e, a detta dei suoi accoliti, tirannica e futurista sacerdotessa del Centro Caucasico dei Suicidi, la quale colleziona nel suo negozio abomini e parti centrali amputate di corpi. Altri oscuri personaggi si aggirano nell’inquietante bassofondo suburbano. Minotauro l’Artista (a sua volta aspirante opera d’arte, in progressiva fase di smembramento). Il triste 78enne, Mr. Algeria Touchshriek, commerciante in droghe artistiche, e parecchio disturbato. Leon Blank, giovane maschio di razza mista, pregiudicato, che adesca la giovane vittima, Baby Grace Blue, personaggio chiave della storia. E’ la quattordicenne Baby Grace nel cui braccio Minotauro introduce 16 aghi di liquidi conservanti, coloranti, anestetici e droghe varie. Con l’ultimo ago le asporterà tutto il sangue. Successivamente le sue parti sezionate saranno esposte e ammirate come opera d’arte. Ma si tratta davvero di arte?
Con una trama così, che si sviluppa attraverso i brani dell’album, dove la musica è inframmezzata da frammenti narrativi parlati tra brano e brano, il prodotto non poteva che essere particolare. E come tale, suscitare commenti e giudizi contrastanti. Fra le varie riviste musicali, c’è stato chi lo ha osannato e chi lo ha stroncato, anche se, alla fine, la musica contenuta nell’album venne in genere apprezzata.
Perché di musica si tratta. Anche se l’idea, il punto di partenza tematico era l’arte contemporanea (la performance art, l’atto artistico estremo, e in fin dei conti, l’idea stessa della morte intesa come arte), la progressione musicale la fa da padrona, con sonorità assolutamente innovative per gli anni nei quali uscì. È vero, fra le altre cose, Bowie è senz’altro un visionario e con “1.OUTSIDE” certo lo è stato, e un visionario precursore, con note e sonorità che hanno influenzato non poco la musica di artisti fra i più vari negli anni successivi, con il suo progressive innovativo e originale. I video di “1.OUTSIDE” sono travolgenti nelle loro atmosfere gotiche, e il meglio della resa di diversi brani dell’album lo ritroviamo nelle performances dal vivo, in concerti memorabili. E i fans di Bowie annoverano “1.OUTSIDE” fra gli album - è vero - più apprezzati, ma al contempo più sconvolgenti del loro idolo.
Perché ora questo 1.OUtside AGain?

Perché a 20 anni di distanza offriremo esclusivamente live e per la prima volta al mondo l'intero album compreso le parti parlate di questo capolavoro nascosto di Bowie. Perché pensiamo che la sua musica sia tutt’ora attuale, moderna, difficile e.. complicata da eseguire. 

Sarà una sfida artistica e umana; una sfida che abbiamo raccolto con passione, come musicisti e come persone, per un omaggio a un artista eclettico e non poco. Un omaggio all’energia e alla creatività che si sprigionano da queste note, e alla vita.. La sua. La nostra.

 

                                                                                       Ambra Mattioli (lead vocalist)
                                                                                       Francesco Infarinato (piano keyboards cori)
                                                                                       Massimiliano Angelotti (basso)
                                                                                       Michele  Capraro (chitarra elettrica)
                                                                                       Simone Angelotti (batteria)